“L’amico è qualcuno di veramente importante che accende un lume quando nella vita tutto sembra essere buio, che ci riscalda quando tremiamo, che ci abbraccia o ci sorride quando vede la tristezza nei nostri occhi, quando con una sola parola rende più affrontabili i momenti difficili. L’amico è una persona alla quale possiamo confidare i nostri segreti, senza timore di essere giudicati e dare tutta la nostra fiducia, sicuri che non ci tradirà mai. L’amico è chi ti resta vicino non per cosa hai, ma per chi sei.” (Sabrina Lamuraglia) Quanti di noi possono ancora dire di avere un amico, alla luce di quanto ha scritto questa ragazza, che frequenta il terzo anno di un liceo di Bari?
Che siamo esseri sociali lo sappiamo noi e lo hanno dimostrato le neuroscienze (le scienze che studiano il funzionamento del cervello) scoprendo che, a fronte di 300.000 neuroni che si occupano di organizzare tutte le funzioni corporali, il cervello è dotato di 4.000.000 di neuroni specchio, una cifra spropositata di neuroni deputati a svolgere unicamente attività di relazione interpersonale. I neuroni specchio sono quelli che ci permettono di valutare e giudicare una persona mai vista prima in pochi secondi, di sentirci toccati dal dolore di un essere che soffre, di gioire della gioia di chi amiamo, di partecipare alla vita dei nostri simili, di farci coinvolgere e di coinvolgere.
Ci si aspetterebbe che, vivendo in un’epoca in cui risulta estremamente più facile comunicare, gli individui trovino nelle relazioni sociali particolare soddisfazione eppure, paradossalmente, sia per quanto ci è dato di osservare che per i rapporti annuali dell’ISTAT, risulta che negli ultimi anni si sia registrato un notevole calo della soddisfazione e della fiducia nelle relazioni, sia familiari che amicali.
La comunicazione si svolge principalmente sui social, un posto virtuale in cui trovarsi, salutarsi, confrontarsi con una tendenza a mostrare di sé solo quello che sembra opportuno: i giovani sui social spesso si creano un “avatar”, una figura virtuale che li rappresenta o cui vorrebbero somigliare, snaturandosi ed evitando di mettere in luce la loro parte più fragile; gli adulti si intrattengono in relazioni frivole, superficiali, utilizzando citazioni ed aforismi, alternando angioletti e buonismo a battute ed immagini da caserma. Tanti amici, nessun amico. Ma noi abbiamo bisogno dei nostri amici, di amici veri con i quali condividere dei tratti o tutta la vita, ci serve un aiuto concreto, un confronto reale. Abbiamo un disperato bisogno di essere amati, compresi e accettati per ciò che siamo, non per quello che gli altri si aspettano che noi siamo, eppure non sembriamo più in grado di creare quel tipo di relazione. Ce l’aspettiamo dagli altri ma noi per primi non siamo capaci di attivarci per realizzarla.
“Chi trova un amico trova un tesoro”, diceva una canzoncina, e il coach condivide: prepariamoci per andare a riprenderci questo tesoro!